Psicoterapia e sostegno psicologico a Cagliari


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Psicoterapia mirata

La Dott.ssa Eleonora Fois, psicologa e psicoterapeuta, è docente presso il Formist di Cagliari ed altri enti pubblici e privati.
É anche Responsabile della sede locale dell'ICSAT (Italian Committee for the Study of Autogenic Therapy and Autogenic Training) della Sardegna.

Riceve nello studio di via Col del Rosso 14, a Cagliari, dove accoglie i pazienti in un clima sereno e riservato dove trovare l'ascolto e l'empatia di cui necessita chi ha bisogno di un sostegno psicologico o di una psicoterapia.
Presso lo studio effettua, inoltre, percorsi di gruppo col Training Autogeno Analitico ed attua consulenze per sportivi.

Psicoterapia Bionomica Autogena

Sostegno psicologico del paziente

Psicologa e Psicoterapeuta


Oltre che assolvere alle attività di Psicologo e Psicoterapeuta, la Dott.ssa Fois è didatta dell’ICSAT (Italian Committee For The Study Of Autogenic Therapy), Docente ed Assistente alla Didattica presso il Formist di Cagliari, Scuola Quadriennale di Psicoterapia Bionomica Autogena (riconosciuta dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica con D.M. del 9/10/2001). È responsabile della sede locale dell’ICSAT della Sardegna.

Collaboratrice in qualità di Home Visitor e di codificatore S.V.I.A al progetto di Ricerca “Depressione materna e paterna perinatale come fattori di rischio sullo sviluppo della regolazione affettiva infantile: valutazione degli effetti ed interventi precoci” , opera presso il Dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filosofia all'Università degli Studi di Cagliari, di cui è Responsabile scientifico il Prof. Loredana Lucarelli.

Codificatore esperto S.V.I.A., dispone di abilitazione ottenuta con training annuale presso l’Università La Sapienza di Roma.
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Quali sono le implicazioni psicologiche dell’emergenza conseguente al diffondersi del COVID 19? 


Le ripercussioni sul piano psicologico, derivanti dalla diffusione del CO-VID 19, si manifestano su livelli differenti che corrispondono alle diverse circostanze per cui le persone vengono in relazione con l'evento pandemico.
Il primo scenario che si osserva riguarda le persone coinvolte in maniera diretta dalla malattia, in quanto l’hanno contratta , o perché essa ha colpito uno o più familiari; le conseguenze in questo caso possono avere effetti devastanti e generare veri e propri traumi. L'esperienza del lutto in questa situazione viene privata del rito funebre che ha un grande potenziale trasmutativo, fondamentale per avviare il processo di elaborazione.
Tra le persone che vivono in prima persona l’emergenza vi sono coloro che lavorano in prima linea come gli operatori sanitari, le forze dell’ordine, gli addetti ai servizi essenziali; queste persone concentrano nella propria esperienza una serie di pressioni derivanti dal rischio concreto di esporsi al contagio e di contagiare i propri familiari, oltre che dal sovraccarico psicofisico cui sono sottoposti. Alcuni optano per vivere lontano dalla famiglia perdendo quindi anche il supporto affettivo di cui avrebbero bisogno.
Un altro scenario che si profila riguarda le persone che vivono con l'ansia di contrarre la malattia, e che inevitabilmente in questo periodo manifestano sintomi di un profondo disagio. Stati d’ansia, tachicardia, nodo allo stomaco, insonnia, incubi, comportamenti ossessivo-compulsivi, crisi di pianto sono alcune delle manifestazioni.
Un altro aspetto altrettanto importante riguarda il senso di smarrimento e un certo disorientamento rispetto alle misure restrittive cui siamo sottoposti. Molti vivono l’isolamento con grande sofferenza. Si osserva spesso un inasprimento dei conflitti familiari, difficoltà nell’organizzare gli spazi, e nel condividere i mezzi tecnologici, disturbi del sonno e dell’alimentazione, apatia o agitazione. Il lavoro agile svolto in modalità di telelavoro non solo è stato avviato senza una formazione specifica, ma vede molti genitori alle prese con un forte stress per il fatto di dover lavorare e contemporaneamente badare ai figli, senza il supporto di nonni o baby sitter.
Un capitolo a parte andrebbe dedicato ai bambini, per i quali la sedentarietà, l’isolamento, la percezione dell’ansia degli adulti, hanno un impatto negativo per lo sviluppo psicofisico. Gli adolescenti amano relazionarsi con il gruppo dei pari, per cui per loro risulta drammatico non poter frequentare la scuola, gli amici e gli amori.
C’è inoltre chi, vivendo da solo, era abituato a coltivare le relazioni al di fuori delle mura domestiche e, ora che questa possibilità è preclusa, vive uno stato di profonda solitudine.
L’impatto dell'isolamento forzato pone degli interrogativi anche per quanto riguarda il futuro: riprenderemo la nostra vita di sempre? Ci abbracceremo? Andremo a scuola? A ballare? O le nostre vite verranno riorganizzate per sempre? L’incertezza sulla durata dell’emergenza e l'ansia di ritornare alla situazione di normalità rappresentano per molte persone un motivo di malessere.
In linea generale si osserva come le persone che già soffrivano di un disagio psicologico in questo periodo mostrano un rafforzarsi delle proprie difficoltà: ansia, depressione, tossicodipendenze, disturbi alimentari, problematiche autolesionistiche si amplificano e trovano agganci patologici e minore speranza di trovare aiuto. 
La paura per le conseguenze economiche può generare un forte conflitto interiore. Alcuni si sentono in colpa -in un momento in cui si rischia la vita - a pensare anche agli aspetti economici. Tuttavia è legittimo che si tema anche per il sostentamento della propria famiglia. Le cronache registrano già diversi casi di suicidio.

Consiglio su come affrontare questo periodo:


 Il primo consiglio è quello di non esitare a contattare dei professionisti, nel caso in cui la sofferenza sia forte e si abbia la sensazione di non riuscire a gestirla. L’ordine professionale degli psicologi si è attivato per offrire sostegno a distanza a tutti coloro che ne facciano richiesta. 
Per affrontare le difficoltà disponiamo di doti personali alle quali possiamo ricorrere per attivare reazioni efficaci. Queste si presentano in due modalità che vanno integrate tra loro:
una è rappresentata dagli sforzi di volontà, l’altra è entrare in contatto con le risorse inconsce che generano atti creativi, idee e intuizioni.
L’inconscio è fatto di immagini e regola principalmente le nostre vite, riuscendo ad influenzare anche i nostri atti volontari, in misura maggiore rispetto a quanto si creda.
Jung diceva che il mito di “volere è potere” è il più grande bluff della società occidentale. 
Gli sforzi di volontà hanno un potere limitato, ma questo non deve rappresentare un alibi per abbandonarsi al fatalismo: concepire chiavi di lettura positive, tenere in casa un clima allegro e festoso, vedere le restrizioni come un atto d’amore e come qualcosa che ci salverà. Importante anche mantenere una routine, cucinare pasti sani e piacevoli, fare ginnastica, avere cura di sé stessi.
Come stare in contatto con il mondo dell’inconscio e le sue risorse inaspettate? 
Non avranno difficoltà coloro che già praticano il Training Autogeno che è un metodo che consente di entrare in contatto profondo con la propria interiorità e riequilibra le funzioni dell’organismo.
In generale è consigliabile mettere in atto un atteggiamento di ascolto autentico di sé stessi.
Non è una buona idea stare sempre attaccati alla televisione per ascoltare i bollettini, è giusto tenersi informati ma si può sfruttare la tecnologia anche per nutrirsi di arte. On line si possono fare visite virtuali ai musei, si può trovare ottima musica, fare buone letture. L’arte infatti ha un valore molto importante sia quando se ne fruisce che quando la si usa come mezzo espressivo. Nella fruizione si può trovare una risonanza con le nostre emozioni, che in questo momento sono anche emozioni di ansia e paura, che non vanno solo demonizzate, ma hanno bisogno di trovare uno spazio per garantirci un equilibrio. Non è importante essere degli artisti o creare opere grandiose, chiunque può disegnare, fotografare, comporre testi, cantare, danzare. Gli atti creativi sono ciò che ha reso grande l’umanità e in questo dovremmo prendere esempio dai bambini e recuperare la nostra capacità di giocare. Non mi riferisco tanto ai giochi strutturati o ai videogiochi, ma anche al gioco simbolico. “Fare finta di”, travestirsi, mettere in atto anche delle gag comiche sono alcuni esempi di giochi che non solo renderanno felici i bambini ma faranno riscoprire tanta gioia anche agli adulti. Coltivare gli affetti familiari è una delle opportunità da cogliere.
L’isolamento è molto difficile da sopportare soprattutto per tutti coloro che hanno impostato le loro vite all’insegna del movimento e questo vale per gli sportivi, ma vale per gli iperattivi in genere. Il silenzio, la riflessione e le attività che comportano più l’introspezione e lo stare fermi, piuttosto che la frenesia e il movimento, possono rappresentare un’esperienza nuova che va vista come un’opportunità. In questo momento l’umanità ha bisogno di buone idee per ripartire, e le idee difficilmente affiorano in momenti di forzata concentrazione. È più facile che arrivino quando si contempla l’orizzonte dalla finestra, quando si gioca o si ascolta una musica. Ed è così che molti troveranno il modo di riconvertire le loro attività o di iniziare nuovi progetti. Fermarsi per ripartire!

Link utili


Formist Scuola Superiore di Psicoterapia Bionomica

I.C.S.A.T. Italian Committee for the Study of Autogenic Therapy and Autogenic Training

Ordine degli Psicologi della Sardegna

Montagnaterapia

Consultorio Spitha Sport

Seminari e programmi I.C.S.A.T.

Pubblicazioni, seminari, convegni e confronto professionale. A seguire iI programma didattico svolto presso i Centri indicati con tutti i dettagli.

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